Abbiamo avuto l'occasione di fare qualche domanda a Luca, chitarrista italiano dei Cazals. Abbiamo parlato della sua band e del cd d'esordio, della sua passione per la techno, della grande amicizia con Drew, bassista dei Babyshambles...
D:
Come si sono formati i Cazals?
L:
Allora, ci siamo formati 3 anni fa, eravamo io il cantante e il chitarrista e facevamo un genere abbastanza diverso, un po' piu' post punk, senza tastiere; il batterista e il bassista
non erano quelli attuali. La line up di adesso esiste da un paio d'anni. Io, Phil (il cantante) e Dan (l'altro chitarrista) siamo amici da molto. Abbiamo fatto uscire un paio di singoli su 1-2-3-4 e uno su young and lost; sono andati abbastanza bene a livello indie.
D:
Siete stati a lungo una band undergorund, e lo siete tuttora; nonostante questo siete
molto conosciuti e vi siete creati un seguito abbastanza alto; è stata una scelta vostra o sono andate cosi le cose?
L:
E' stata una progressione naturale, non siamo uno di quei gruppi basati sull'hype, siamo arrivati a registrare un album quando eravamo pronti; se l'avessimo fatto prima, probabilmente sarebbe stata una scelta affrettata.
D:
To cut a long story short è il singolo di apertura dell'album, quando uscirà il cd?
L:
L'album esce ad aprile, non so esattamente quando.
D:
Una band come la vostra ha grandi possibilita in un ambiente attuale come quello inglese dove le copertine NME e l'Hype sembrano fattori base per un successo immediato?
Non avete paura di essere lasciati un po' in disparte?
L:
A dirti la verita' no. L'album lascera' un bel po' di gente a bocca aperta, non e' quello che si aspettano. Quelli che l'hanno sentito, e non sono in molti, dicono che e' difficile inserirlo in un genere ben preciso; il che lo rende unico, quindi immune dalle mode.
Non vorrei sembrare arrogante, ma secondo me e' un classico del rock inglese.
D:
E ora partite col tour giusto?
L:
Si, suoniamo a roma il 29, che non fa parte del tour; diciamo che e' un po' un concerto di prova.
Il 12 febbraio comincia il tour inglese.
D:
Segui un po' la scena indie italiana visto le tue origini?
L:
Io ascolto molto l' elettronica, quindi mi piace gente tipo i Crookers di Milano, Dusty Kid, che è un produttore techno sardo da paura.
D:
E invece a londra cosa ne pensi di come si sta evolvendo l' ambiente?
L:
Sinceramente non saprei, come ti ho detto, viviamo tutti in un mondo un po' tutto nostro per quanto riguarda la musica.
Non compriamo NME, non andiamo a serate indie; ci facciamo un po' i cazzi nostri, come si suol dire.
D:
Outsiders?
L:
Se vuoi.
Al momento sto ascoltando un sacco di Italo disco e molte cose anni 80,
tipo Alexander Robotnik e altri pionieri della musica elettronica.
D:
So che fai anche il dj, che cosa suoni?
L:
Dipende dalle serate, in genere suono electro, con un po' di techno e qualche pezzo electro house.
D:
E cosa ne pensi dell' esplosione elettronica con Digitalism, Justice e tutti gli altri?
L:
I Justice mi piacciono molto, poi Sebastian e Kavinsky.
Un mese fa siamo stati in Giappone a suonare con i Daft Punk.
D:
Come è stato?
L:
Una figata allucinante, non saprei neanche dove cominciare.
Abbiamo suonato di fronte a 10000 persone, che sono andate completamente fuori di testa.
Poi conoscere i Daft Punk e' stata un esperienza incredibile, soprattutto perche' ci hanno invitato loro e si guardavano i nostri concerti dal lato del palco.
D:
E avete anche aperto dei concerti dei Babyshambles...
L:
Si, un paio di anni fa',siamo molto amici.
Vivo con Drew, il bassista, che e' anche il mio migliore amico.
Mi sono appena ricordato dei gruppi italiani, i Baustelle non sono male.
La voce del cantante mi ricorda un po' Fabrizio De Andre', che adoro. Andavo a scuola con sua figlia Luvi alle medie.
D:
Bene Luca grazie mille.
L:
Grazie a voi.
1 commento:
Non mi aspettavo che ascoltasse italo dance (aka Prezioso di metà/fine anni '90 per capirci)..
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